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Palermo, Segesta, Erice, Mozia Palermo, Segesta, Erice, Mozia

Durata: 20 minuti
 

Disponibile in Italiano  

 

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Cattedrale di Palermo Cattedrale di Palermo

Autrici: Maria Rosaria Falcone e Romilda Nicotra
Pagine: 96
Data di pubblicazione: Luglio 2000

Testo in lingua italiana illustrato con foto, disponibile anche in versione inglese, francese, tedesco.

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La Cattedrale, costruita verso la fine del XII secolo per volere dell'arcivescovo Gualtiero Offamilio, presenta un preponderante stile siculo-normanno, movimentato da architetture che nascondono molteplici rimaneggiamenti. Essa era articolata secondo una pianta basilicale a croce latina alla quale vennero aggiunte, tra il 1781 e il 1801 e su progetto di Ferdinando Fuga (1699-1781), le navate laterali, le ali del transetto e la maestosa cupola.

La sua facciata esterna è chiusa tra due alte torri a bifore e colonnine. Il portale mediano, risalente al 1400, è arricchito da una bifora e dagli stemmi aragonese e del Senato cittadino. La facciata principale è congiunta alla torre campanaria, di gusto medioevale, da due archi ogivali e presenta un bel portale d'accesso alla chiesa arricchito con i simboli dei quattro evangelisti (un leone, un angelo, un toro e un'aquila). Il fronte meridionale di stile gotico-catalano presenta tre arcate ogivali e un timpano ornato con elementi gotici.

INTERNO: opera di inenarrabile valore artistico e di minuziose lavorazioni rispecchianti i vari stili delle diverse epoche, esso racchiude molteplici capolavori di maestria locale e siciliana. In esso spicca la prima cappella della parte destra in cui sono conservati i sarcofaghi dei reali appartenenti alla dinastia Sveva (di Federico II, della moglie Costanza d'Aragona e di Enrico IV) e le tombe di Ruggero II e della figlia Costanza d'Altavilla.

TESORO: vi si accede dalla zona a destra del transetto e custodisce un bastone capitolare con belle incisioni in avorio di arte siciliana del XVII secolo, numerosi monili della regina Costanza d'Aragona come alcuni anelli e la preziosa corona imperiale in oro, incastonata di pietre preziose, perle e diamanti.

CRIPTA: custodisce diverse tombe di vescovi tra le quali spicca un sarcofago di età romana con in rilievo le figure delle nove muse greche e del dio Apollo.


Palermo e gli 80 comuni della Provincia Palermo e gli 80 comuni della Provincia

Autore: Salvatore Quattrocchi
Pagine: 253
Data di pubblicazione: 2003

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La provincia di Palermo e gli 80 comuni della Provincia

A ciascuna città sono state dedicate pagine ricche di bellissime foto che illustrano la città stessa, la sua storia, i posti più interessanti e i monumenti da visitare.

Un elenco di notizie utili e di strutture ricettive completa la presentazione di ciascun comune.

Il libro spazia inoltre anche sulle bellezze naturalistiche della provincia di Palermo, con eccellenti sezioni quali ad esempio quelle dedicata al Parco delle Madonie e al Bosco di Ficuzza.


Palermo Rosa Nero Palermo Rosa Nero

Autore: Nino Giaramidaro, Melo Minnella, Massimo Minutella
Pagine: 115
Data di pubblicazione: 2004

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I danzatori dellAddaura. Le origini della religiosità in Sicilia. I danzatori dellAddaura. Le origini della religiosità in Sicilia.

Autorei: Antonino Filippi*
Pagine: 112
Data di pubblicazione: 2015

Disponibile in versione Italiano.

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Si rimane increduli ad osservarli, stupiti dalle forme, da quelle poche linee che, incise nel duro calcare, mostrano con meraviglia e precisione le fattezze di corpi umani. Li si sente muovere, scuotersi allinterno di quel filo di roccia scolpito dal bulino che li ha imprigionati per millenni, come se volessero continuare a camminare, a correre, a danzare, seguendo allinfinito una cadenza, un ritmo. Sono lì, alcuni con le braccia alzate, altri chinati, altri stanti o con le gambe incrociate; una girandola di personaggi muti, ma che da millenni tentano di dirci qualcosa."

Certo, un dubbio balena subito nella mente. Saranno veri? Sono stati veramente realizzati nella lontana preistoria? Ce lo siamo chiesti e forse sempre un po ce lo domanderemo. A vederli sono modernissimi! Alcuni sembrano muoversi in cerchio come i Danzatori di Matisse; altri appaiono dal profondo dellombra, come gli amici di Munch che nellUrlo lo seguono dal fondo della strada; altri ancora presentano volti metafisici, degni di un quadro di De Chirico. La loro conservazione fino ai nostri giorni è un miracolo; così come un miracolo è parso il loro improvviso ritrovamento, solo nel 1952, in un luogo sì appartato, ma a pochi passi dalla periferia di una delle più grandi metropoli nel centro del Mediterraneo.

Negli oltre sessantanni trascorsi dalla scoperta dei graffiti nella grotta dellAddaura, molte pagine sono state scritte su questi strani personaggi danzanti ma, nonostante ciò, molti quesiti sono rimasti irrisolti, ed ancora oggi ammirandoli non pochi dubbi sovvengono alla mente. Ho ritenuto così, conscio delle non poche difficoltà e degli enormi rischi, di raccontare la loro storia, tentando di risalire lenorme baratro scavato dal trascorrere del tempo che ci separa da essi. Ho voluto percorrere questa lunga strada, guidato dalla consapevolezza che gli uomini e le donne raffigurati su quella parete di roccia non esprimessero soltanto una danza o pure emozioni, ma che in realtà volessero dirci qualcosa di concreto su antichi riti e ancestrali religioni. Ciò mi ha indotto a cercare, forse anche un po ad immaginare, simbologie e ritualità di una Sicilia nella quale, migliaia di anni or sono, i Danzatori dellAddaura hanno vissuto liberi. (dalla Premessa dellAutore).

(*) Antonino Filippi, nato a Torino nel 1967, insegnante, è laureato in Archeologia presso l'Università di Palermo. Ha condotto ricerche storiche e archeologiche nel territorio trapanese, collaborando con la Soprintendenza BB.CC.AA di Trapani. È autore delle monografie Antichi insediamenti nel territorio di Alcamo (1996), Un antico porto nel Mediterraneo. Archeologia e storia di Trapani dall'età arcaica a quella bizantina (2005), Preistoria e protostoria trapanese (2014). Suoi articoli sono stati pubblicati su riviste specializzate e atti di convegni di studi sulla Sicilia antica. Ha collaborato con la casa editrice Il Sole alla redazione dei testi di alcuni documentari. Per il Museo Regionale A. Pepoli di Trapani ha condotto lo studio della collezione di reperti preistorici.